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Biografia di Germana Resch

Germana Resch nacque a Basilea, Svizzera, nel 1883.

Giovanissima fu mandata presso le Suore Domenicane di Saint Nicolas ad Etrepany (Francia) per la sua formazione.

A 15 anni chiese il consenso di far parte di questa Comunità e all’età di 19 anni fece il suo ingresso nella Clausura di Etrepany.

Dopo pochissimo tempo si ammalò di un male misterioso che le rese impossibile la vita di clausura. Suo padre giudicò prudente seguire il consiglio del medico e la riportò a casa, a Basilea, ma poiché Germana continuava a peggiorare, i medici consigliarono il cambiamento di clima indicando l’Italia.

Nella Missione italiana di Basilea vi erano le Suore Giuseppine di Cuneo e, i signori Resch si rivolsero a loro per avere ospitalità a Cuneo.

Germana e la mamma raggiunsero questa città, ma le Suore Giuseppine non poterono ospitarle perché stavano ristrutturando la casa, si portarono allora a Fiamenga per dare un saluto alla famiglia Ferreri e anche perché desideravano passare a visitare il Santuario e a pregare.

Germana vi fu accolta e considerata benedizione della casa, in particolare dall’anziano zio don Bartolomeo, professore al seminario minore del Santuario, che riconobbe il valore di Germana e, non solo diede parere favorevole, ma fece insistenza perché fosse ospitata nella loro abitazione.

Ogni volta però che Germana tornava in Svizzera, compariva il solito male e i genitori facevano ancora ricorso alla casa ospitale dei signori Ferreri.

A Fiamenga Germana aveva una missione da compiere. Trascorse vita di sacrificio, di costante unione con Dio, di intenso amore per Gesù e per i fratelli.

Semplice, amabile, gioviale, equilibrata, straordinariamente elevata e profondamente umana, conquistava i cuori e li guidava a Dio. Infondeva pace e coraggio a quanti le si avvicinavano. Otteneva da Dio grazie preziose per chi, nei momenti più difficili ricorreva alla sua inesauribile carità, espressa soprattutto nella preghiera.

Aveva da Dio doni e grazie straordinarie. Con questi aiuti operava per il compimento dei disegni divini.

L’umiltà era la sua caratteristica, la virtù dominante attraverso la quale si manifestavano le meraviglie che la grazia operava in lei.

Costretta a lasciare la clausura, Germana continuò la sua vita di contemplazione, di profonda e costante unione con Dio.

Come Maria di Betania ella davvero scelse ‘la parte migliore’.

Con amore e per amore accettò ed offrì a Dio tutta la sua sofferenza in unione al sacrificio di Cristo.

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